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giovedì 2 settembre 2010

Bellissima

                                                                   BELLISSIMA, 1951
A tre anni da La terra trema, Visconti torna con Bellissima, film nel quale riesce finalmente a lavorare con Anna Magnani. L'ispirazione venne da un'idea di Zavattini, ma la sceneggiatura fu poi scritta assieme a Francesco Rosi e Suso Cecchi D'Amico.


Allontanandosi da fonti letterarie, Visconti vuole dipingere una storia che sia allo stesso tempo ritratto di una donna e di un'intera generazione e allo stesso tempo un'amara riflessione sul cinema come fabbrica di sogni ma pure di incubi. È anche una critica al Neorealismo, che prendeva gli attori dalla strada illudendo centinaia di poveracci.

Oggi il Neorealismo non c'è più ma ci sono ancora migliaia, milioni di madri frustrate che sognano di vedere le proprie figlie a un concorso di bellezza, in tv o al cinema. Ci sono ancora milioni di aspiranti attori e attrici che fanno di tutti per arrivare. Ma ancora peggio, oggi più del cinema, la meta più agognata è il piccolo schermo, per diventare semplicemente dei personaggi.




TRAMA
La protagonista, dal non casuale nome Maddalena, è una madre convinta che la figlioletta di cinque anni (Tina Apicella, commovente) possa diventare una stella del cinema. Così la iscrive a danza, le fa fare lezioni di portamento, le fa cucire vestiti ad hoc e la fa posare per un fotografo. Poco importa se la bambina non è portata per queste cose e vorrebbe solo vivere i suoi cinque anni come una bambina normale. Presto Maddalena scopre che il mondo delle audizioni non è facile: centinaia di madri accompagnano le loro figlie ai provini e pare che il nome della prescelta sia già scritto. Tutto inutile? Maddalena non si dà per vinta e risponde alle lusinghe di un certo Annovazzi (Walter Chiari), un uomo che lavora nel mondo del cinematografo. Pur senza arrivare all'adulterio, Maddalena  accetta comunque di civettare con l'uomo finchè questo non le garantisce un provino per Blasetti.
Dopo innumerevoli sacrifici (anche economici) la bambina arriva al provino e scoppia a piangere. Gli addetti ai lavori, il regista (Blasetti in persona fa un cammeo) e lo stesso viscido personaggio di Chiari scoppiano a ridere. Maddalena, di fronte alla penosa scena irrompe nella stanza e fa una scenata rimproverandoli per aver riso così di una povera bambina.

Così Maddalena, proprio come il personaggio biblico che porta il suo nome, si ravvede e capisce il proprio errore. La sua bambina non ha bisogno di sfondare al cinema per diventare qualcuno.

Ed ecco che come per magia, il furfante , pentito, la chiama: Blasetti vuole la bambina.

Ma Maddalena dice di no e tutta la veemenza che prima ha sfoggiato per ottenere l'ingaggio della figlia ora la pone nel rifiuto categorico.

Ancora oggi attualissimo, è uno dei film viscontiani più amati dalla critica e amato fin da subito anche dal pubblico grazie alla presenza della Magnani che offre una superba prova d'attrice coronata dal Nastro d'Argento.


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