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giovedì 31 marzo 2011

Se n'è andato anche Farley Granger...


L'ho già detto e lo ripeto: questo 2011 sembra essere un'infinita serie di lunghi addi...
Ma come non dedicare un post alla scomparsa del protagonista di uno dei massimi capolavori del cinema italiano di cui tra l'altro si è parlato moltissimo nelle ultime settimane? Mi sto riferendo a Farley Granger, protagonista di Senso di Luchino Visconti, il più importante film sul Risorgimento e per questo tornato assai in auge durante le celebrazioni dell'Unità italiana (che però non sono bastate a permettergli il passaggio in Tv in prima serata o una distribuzione ai cinema nella versione restaurata, iniziative che avrei gradito). Il generale austriaco ambiguo e codardo che seduce la patriottica nobildonna interpretata da Alida Valli fino a trasformarla in una traditrice della causa risorgimentale è entrato nel mito.
Visconti voleva per questo film un attore americano di fama internazionale, possibilmente omosessuale.. La carriera hollywoodiana di Granger ai tempi era già in declino a dire il vero, ma in Italia era considerato ancora come una grande star.
Quel suo sguardo ambiguo difficilmente penetrabile gli ha permesso di interpretare anche l'indimenticabile protagonista di un'altra pietra miliare del cinema, Nodo alla gola (Rope), 1948 di Alfred Hitchcock, grande successo di pubblico, ma anche ambizioso film girato apparentemente come un unico piano sequenza (in realtà sono 11 uniti in modo impercettibile).
Dagli anni '60 Farley non apparve in nessuna produzione degna di nota, anche se il pubblico italiano lo ricorda può darsi nel ruolo in Lo chiamavano Trinità.
La sua ultima apparizione cinematografica risale al 2000, nell'ultimo film di John Schlesinger Sai che c'è di nuovo, dove appare brevemente al fianco di Madonna e Rupert Everett.
Nel 2007 Granger ha pubblicato la sua autobiografia, scritta assieme al compagno Robert Calcoun, col quale ha vissuto per quasi 50 dei 85 anni.

mercoledì 30 marzo 2011

un'allegra (e prevedibile) commedia che fa anche riflettere

I RAGAZZI STANNO BENE
(THE KIDS ARE ALL RIGHT)
DI LISA CHOLODENKO,
USA, 2010
ORA IN 88 SALE ITALIANE 
Due attrici hollywoodiane che hanno superato i 50 anni senza portare i segni devastanti di chirurgia plastica o botox e che per lo più accettano di recitare struccate e nella parte di due lesbiche innamorate?

Questo è possibile solo se si tratta di Annette Bening e Julianne Moore che è sicuramente la migliore attrice hollywoodiana della sua generazione. Se poi ci aggiungiamo una regista indipendente, il gioco è fatto.

Ecco così assistere alla storia tradizionale di una famiglia anticonvenzionale.

Abbiamo una coppia con due figli alle soglie dell’età adulta avuti con lo stesso donatore di sperma. Il figlio minore chiede alla sorella maggiorenne di contattare il padre. I tre si conoscono, si piacciono, finché non arrivano le mamme. Già perché la coppia è formata da due donne, piccolo particolare che alla fine non conta molto perché tutte le coppie sono uguali e hanno gli stessi problemi. Peccato che poi la regista cada in un tranello che sa troppo di cliché hollywoodiano, quel in & out già esplorato in altre commedie patinate sul tema (L’oggetto del mio desiderio, Sai che c’è di nuovo, e perfino l’italiana Diverso da chi?). Espediente, quello dell’avventura eterosessuale, usato per aggiungere un po’ di pepe e renderlo più commerciale, ovviamente. Cioè travolgere tutta le carte in tavola con un escamotage che francamente poteva essere evitato perché già visto e rivisto.

Così il padre biologico, prima amato da (quasi) tutti i componenti della famiglia, alla fine diventa il nemico e la famiglia vince su tutto. Insomma il finale è sempre lo stesso: poco importa se etero o omo: i valori della famiglia, qualunque essa sia, trionfano sempre.

Una trama vecchia come il mondo insomma, che di nuovo ha solo il fatto che parli di una famiglia omogenitoriale. E sa da una parte questo è lodevole, dall’altra lascia un tantino perplessi il fatto che un film spacciato per indipendente, si riveli in fondo mondo accomodante nei confronti del cinema commerciale. Arriviamo dunque a una domanda fondamentale: è il contenuto o la forma che creano un film? E qui, quale dei due è quello mainstream e quale quello tipico del cinema off?
Diciamo che il film è a metà strada tra il cinema americano indipendente d’oggi (con tipica colonna sonora indie per nulla valorizzata) e quello mainstream, patinato, da Oscar. E non sorprende dunque la pioggia di candidature alla notte al Kodak Theatre, tra cui spiccano quelle eclatanti per la miglior attrice protagonista per la Bening e per miglior film. Per quanto riguarda la prima nomination infatti, c’è da dire che in questo film le protagoniste sono due e la Moore occupa esattamente lo stesso spazio della Bening e con la stessa bravura. Ma una nota di merito va anche a Mark Ruffalo, candidato all’Academy, e soprattutto ai due sorprendenti ragazzi Josh Hutcherson e Mia Wasikowska, l’Alice di Tim Burton nonché prossima Jane Eyre. Riguardo invece alla nomination per Miglior film, va detto che è decisamente esagerata, ma comunque ben venga che pellicole come queste ricevano le attenzioni degli Academy. Sempre meglio un’allegra commedia a carattere sociale piuttosto che un inutile e noiosetto film su un monarca balbuziente, no?

VOTO: 7

lunedì 28 marzo 2011

Il pubblico si ribella al mercato distributivo!

Un weekend ricco di belle sorprese che attesta come il pubblico risponda in modo indipendente e vivace alle offerte di un mercato lobotomizzante.

Ci sono infatti tre eclatanti sorprese in questo ricchissimo weekend e diverse considerazioni da fare sul cinema italiano.

Iniziamo dalle sorprese: inizia con un esordio davvero ottimo Amici, amanti e…, stupendo i distributori che avevano dato molte più sale ai Vanzina, a Rango, Dyland Dog, Sucker Punch e soprattutto a Neri Parenti. Che il film potesse rivelarsi un successo era intuibile grazie alla presenza del neo-premio Oscar Natalie Portman, ma il successo già ottenuto dal recentissimo Amore e altri rimedi, con una trama simile, poteva fungere da deterrente. Altra sorpresa nella parte bassa della Top 10, dove Frozen, con solo 90 copie, raggiunge la posizione 9 ottenendo una media da record, superando il film dei Vanzina, che ottiene un record in negativo con una delle peggiori medie per sala dell’ultimo anno. Gli esercenti, con le  quasi 300 copie che gli avevano concesso si aspettavano infatti una posizione tra il 3° e il 5° posto. Parlando di flop italiani, bisogna menzionare anche Neri Parenti e Veronesi. Quest’ultimo termina la sua corsa con poco più di 6 milioni di incasso, una vera catastrofe considerando che i precedenti capitoli di Manuale d’amore avevano incassato ognuno oltre una dozzina di milioni di euro. Ma un flop ancora più colossale è quello del prequel di Amici miei: l’unico colossal italiano in costume degli ultimi anni, costato pare tra i 12 e 15 milioni di euro, dopo due settimane ha totalizzato appena 3 milioni, potendo ambire così solo ai 5 milioni, contro i 15-20 che i produttori si erano aspettati. Chiara dimostrazione che il cinepanettone fuori stagione non tira, grazie al cielo.

Il pubblica si dimostra capace insomma di stravolgere i prognostici degli esercenti ed elevare una commedia come Nessuno mi può giudicare a un campione d’incassi che finora ha incassato 5 milioni di euro ma può tranquillamente mirare ai 10, raggiungendo così le tante altre commedie di successo del periodo, da Benvenuti al sud a Cetto la Qualunque, passando per il fenomeno Checco Zelone i due film record di Genovese e Brizzi. Quest’ultimo vede uscire definitivamente il suo Femmine contro maschi che ottiene così 11 milioni, 2 in meno di Maschi contro femmine, ma comunque un ottimo risultato se consideriamo che nell’arco di una manciata di mesi il regista sia riuscito a incassare quasi 25 milioni di euro.

Tra le altre uscite delude Sucker Punch (4°), Silvio Forever (13°) e Non lasciarmi (14°), che nonostante le buoni recensioni ha destato davvero poco interesse nel pubblico italiano che gli ha preferito perfino Street dance 3D (12) e Il Discorso del Re, che regge bene all’11° posizione e supera abbondantemente gli 8 milioni di euro. Più sfortunati (che negli USA), il Cigno nero e The Fighter, che questa settimana probabilmente finiranno la loro corsa rispettivamente con 6 e 2 milioni. Resiste I ragazzi stanno (che vi consiglio caldamente) che supera il milione e considerando il tema è già un successo. Non ce la fa invece a raggiungere lo stesso traguardo Il Gioiellino.

Rango delude un po’ le aspettative (solo 5°), Gnomeo e Giulietta si ferma al 7° posto e reggono bene Dylan Dog (6°) e il Rito (8°) confermando le mie aspettative.

In generale si può comunque affermare che il primo weekend di primavera ha allontanato dai cinema molte persone, visto che i primi film ottengono degli incassi piuttosto bassi (un mese fa Amore e altri rimedi alla seconda posizione incassava 1.200.000 euro, mentre Amici, amanti e … nella stessa posizione ne ottiene la metà).

Stesso discorso negli USA, dove la prima posizione a stento supera i 20 milioni e l’attesissimo e anticipatissimo Sucker Punch si preannuncia un flop con appena 19 milioni d’incasso e con la vergogna di essere superato da un film che si chiama Diario di una schiappa 2 (se il titolo vi intriga sappiate che il capitolo 1 e 2 verranno distribuiti in italia quest’estate). Da segnalare che il Discorso del Re ha guadagnato un altro milione e mezzo di dollari e la settimana prossima uscirà in nuove 1000 sale con la versione vietata ai minori, cioè quella in cui quel cattivone di Firth pronuncia quel terribile F**k che negli Usa gli è valsa la censura del film.

domenica 27 marzo 2011

Amore e altri luoghi impossibili di Don Roos

L'Amore e altri luoghi impossibili
di Don Roos,
USA, 2009
 
Di fronte alla Portmania che è scoppiata in seguito a Black Swan, se avete voglia di recuperare qualche film della filmografia dell’attrice Premio Oscar 2011 sicuramente questo è uno di quelli da evitare e putroppo non è l’unico.

L'altro sconsiglio è Mr Gregorium e la bottega delle meraviglie, di cui Pensieri Cannibali offre già una illuminante recensione.
Uscito nel 2009 negli States direttamente in dvd, Love and other impossible pursuits nel giugno dell’anno scorso è stato trasmesso in prima serata da Canale 5 col titolo Amore e altri luoghi impossibili (che ricorda tantoAmore e altri disastri e precede Amore e altri rimedi..).

La programmazione di Canale 5 in estate, come ben sapete, non di contraddistingue per qualità e soprattutto è mirata a un pubblico molto ridotto visto che in quella stagione la gente intelligente in salute preferisce starsene fuori.

Insomma ho già spiegato il pubblico a cui è rivolto questo prodotto che sembra fatto per la Tv, cioè come la maggior parte dei nostri film per il cinema.

Io lo registrai perché ero già Natalieaddicted dai tempi di Closer.

E Natalie Portman è la protagonista assoluta, bella e brava come al solito e riesce a dare dignità a una storia che poteva andare bene per un corto, ma che ha almeno 40 minuti di troppo. Sarebbe anche una storia triste e interessante su un argomento molto delicato. Natalie infatti interpreta una madre che ha da poco perso il figlio e ha non pochi problemi a gestire il figliastro. Anzi, a volte agisce come se il suo subconscio volesse nuocere a questo bambino che ce l’ha fatta: gli dà da mangiare alimenti a cui lui è allergico, gli fa fare cose pericolose, insomma sembra sempre mettere deliberatamente in pericolo la vita del bambino, finché la madre (la mitica Lisa Kudrow ahimé invecchiata assai male e nei panni di un personaggio detestabile) non le impedisce di avere contatti con lui.

Ma perché Natalie si comporta così? Che cosa nasconde questo inquietante personaggio? Detta così la storia sembrerebbe condurci alla schizofrenia del Cigno nero, invece dietro l’angolo si nasconde una storia lacrimevole di una donna che si sente in colpa per la perdita del proprio figlio. In verità è meno strappalacrime di quel che sembra e Natalie non piange nemmeno tanto. Il problema più grave è che non succede nient’altro. Non c’è ritmo, la regia è piattissima, così come la fotografia e la sceneggiatura. Un film che non è brutto, ma è semplicemente evitabile e inutile sia per noi che per il curriculum della Portman. Nonché per quello di Don Roos che col precedente Io & Marley aveva ottenuto un enorme successo cinofilo.

Dopo lo strepitoso successo de Il Cigno Nero quei furboni dei distributori hanno ben pensato di tirarlo fuori dagli archivi e distribuirlo nei cinema a ridosso degli Oscar (solo in una manciata di sale) col titolo The Other Woman.

Voto: 5


Nuovi fondi per il Fus: ottima notizia, ma...

Non voglio passare per quello che sempre si lamenta o che sia antigovernativo a prescindere, ma questo caso del reintegramento del Fus lascia interdetti. Non per i nuovi fondi (428 milioni) al Fondo Unico per lo Spettacolo ma per il modo in cui questo è stato annunciato.

Non si poteva dire: abbiamo aumentano i fondi per il Fus e anche il costo della benzina?

Perché invece dire che il prezzo della benzina è stato alzato per poter reintegrare i fondi per lo spettacolo?

In questo modo, inevitabilmente, già mi immagino le proteste, anche giustificate, di coloro che diranno: per finanziare queste commediacce italiane di m**** e aiutare i pochi che lavorano nello spettacolo si danneggiano tutti gli italiani. E come dar loro torto, di fronte a comunicazioni ufficiali di questo tipo?

D’altro canto è vero che alcuni centesimi in più sulla benzina non fanno molta differenza, ma se contiamo che con la crisi del Mediterraneo il prezzo del petrolio è destinato a salire ulteriormente…

Lo spettacolo dunque ha sì avuto quello che voleva ma ora deve fronteggiare ora un inedito senso di colpa e deve essere anche riconoscente a un governo tanto generoso che per aiutarlo ha preferito danneggiare tutto il popolo italiano.

venerdì 25 marzo 2011

Uscite interessanti penalizzate da una distribuzione vergognosa

Si prospetta una nuova settimana cinematografica decisamente vivace ma compromessa dalla distribuzione che come al solito penalizza le pellicole più interessanti.
Sostanzialmente non ci dovrebbero infatti essere stravolgimenti nella parte alta della chart.

Nessuno mi può giudicare confermerà senza alcuna ombra di dubbio il primato, con un vantaggio netto (una sessantina di sale) rispetto al cinepasticcione Amici Miei – come tutto ebbe inizio, che già da questo weekend potrebbe essere archiviato come colossal(e) flop.

Rango potrebbe confermare la terza posizione, così come Gnomeo e Giulietta la sesta e risollevarsi da quello che sembrava un grande écchec nel nostro paese.

Tra le new entry, i distributori puntano moltissimo su Sotto il vestito niente, a differenza del sottoscritto che ha considerato l’insuccesso generale delle ultime pellicole vanziniane e il flop che riscontrano nel nostro paese i film di genere.

Buona e adeguata distribuzione anche per il nuovo di Jack Znyder, Sucker Punch, giocattolone actionsexy tutto al femminile che difficilmente supererà la quarta posizione. Ancora grandi aspettative per Dylan Dog per il quale francamente mi aspetto invece un crollo e lo stesso vale per il Rito, che in Italia sta andando bene, ma questa settimana credo che subirà un fortisismo calo.

Abbastanza fiducia c’è anche nel nuovo film con Natalie Portman, Amici, amanti e..,  che con Black Swan è presente ancora in un centinaio di sale e quindi questo weekend potrebbe avere 2 film in Top 10. Grandissima fiducia infine per Il Discorso del Re, al quale vengono concesse ancora più di 150 copie a tre mesi dall’uscita e tra i film degli Oscar è quello che ha raggiunto il miglior incasso, tanto da poter raggiungere gli 8 milioni. Con le relative differenze, regge bene anche i Ragazzi stanno bene, che ha visto diminuire le sale a disposizione in modo assai contenuto.

Poi arrivano 4 new entry di cui al massimo una soltanto (ma con molta fatica) riuscirà ad arrivare in Top 10: due film con target ben precisi come l’horror Frozen e il cartoon Space Dogs 3D, limitato dal fatto che sia una pellicola russa (se fosse americana in 250 sale ce lo propinavano).
Ricevono una distribuzione puramente d’essai l’atteso Non lasciarmi, adattamento letterario dell'apprezzatissimo romanzo di Kazuo Ishiguro e del biopic sul Presidente, Silvio Forever.


Film                                         Sale*                                   Nuove uscite



Nessuno mi può giudicare     463                                       

Amici miei                              387
      
Sotto il vestito niente             289                                           *

Rango                                      288

Dylan dog                                246

Sucker punch                           234                                           *

Amici, amanti e….                  229                                           *

Gnomeo e Giulietta                 206

Il rito                                        175

Discorso del re                        151

Cigno nero                               103

Frozen                                       91                                              *

Silvio forever                            90                                              *

I ragazzi stanno bene                88

Non lasciarmi                           88                                               *

Space dogs 3D                          36                                                *

* dati di  movieplayer
I FILM CHE persogiàdisuo  ANDREBBE A VEDERE SONO:  NON LASCIARMI, SILVIO FOREVER,
QUELLI CHE VI RACCOMANDA SONO: I RAGAZZI STANNO BENE E IL CIGNO NERO

giovedì 24 marzo 2011

Il gigante: addio a Elizabeth Taylor

Maria Schneider, Jane Russel, Annie Girardot, Nilla Pizza e ora perfino lei, l'ultima grande diva di Hollywood: questo 2011 è iniziato davvero come uno degli anni più funerei per il cinema (e non solo, a dire il vero).
Ma non voglio che il mio blog diventi una carrellata di elogi funebri, quindi mi limiterò a proporre una coloratissima immagine firmata da Andy Warhol.
Non tutti hanno avuto la fortuna di essere immortalati dall'inventore della pop-art. Tra le dive del cinema mi viene in mente solo Marilyn oltre appunto a colei che tutti conoscono anche con sole 3 lettere: Liz.  
Entrambe icone del XX secolo, un secolo che non c'è più e un cinema che non c'è più.
E un cinema che francamente non conosco moltissimo.
Voi? Quale è il vostro film preferito con Liz Taylor?



domenica 20 marzo 2011

Stella cadente del mese

Una nuova rubrica per il blog: ogni mese avrà la sua stella cadente!

La prima ad avere questo "onore" è ....

Jennifer Lopez, nata nel Brox nell’estate del 1969, attrice dal 1995, cantante dal '99, poi stilista, ma soprattutto Culo più famoso del globo. Nonostante le oltre 40 primavere, questo non è ancora in caduta, ma è la sua carriera che è letteralmente sprofondata.

Io frequentavo le scuole medie quando la sua If you had my love impazzava. Questa canzone mi ricorda anche la mia prima gita scolastica all’estero. Insomma tanti ricordi nostalgici collegati a questa bellissima donna che mi traghettò con le sue curve nei bui meandri dell’adolescenza. Ma questa è la mia storia con lei che serve a svelare il perchè di questo post. Torniamo ora alla sua storia personale.


Ballerina, attrice di qualche serie Tv, è approdata al cinema dalla porta principale, quella del cinema con la A maiuscola: tra il 1997 e il 1998 infatti, è stata diretta da Francis Ford Coppola (Jack, il suo film più brutto, ma il film peggiore di Coppola nel curriculum è sempre meglio del miglior film di Neri Parenti, no?), Oliver Stone (U-turn al fianco di Sean Penn) e Steven Soderbergh, che con il suo Out of Sight  ha fatto di lei e George Clooney due sex symbol di Hollywood. La sexy Jennifer ha poi imposto all'attenzione di tutto il globo il suo prosperoso e ormai proverbiale lato B, diventando in pochi mesi una stella di prima grandezza, grazie anche al travolgente successo del1999 col disco d’esordio On the 6, bissato due anni dopo da J.Lo.

In breve il suo didietro diventa quello più famoso del globo (nel caso non l'avessi già detto), i suoi dischi vendono milioni di copie, i film conquistano i box office e la sua vita privata invade i giornali di tutto il mondo: Puff Daddy, Ben Affleck sono le sue relazioni più travagliate e famose, ai quali si aggiungono due veloci matrimoni, tra cui quello col suo ballerino, durato qualche mese.

Qualcosa però, a partire dal 2003 cambia: il film Gigli, al fianco di Ben Affleck è considerato dalla critica uno dei film più brutti della storia del cinema e la sua carriera cinematografica comincia lentamente ad andare a rotoli, seguita poi a ruota da quella musicale. Fossilizzatasi in sdolcinate commedie romantiche così distanti dai suoi primi ruoli dark e sexy, a metà del nuovo millennio ottiene nuovi successi al box office con Un amore a cinque stelle (2004), Shall we Dance (2004) e Quel mostro di suocera (2005), due commedie a tratti imbarazzanti. Dopo il buio. Bordertown (2006) esce direttamente in dvd perché nessun distributore è più interessato ai film di quella che era e che tutt’ora rimane l’attrice latina più pagata al mondo.


Fallisce miseramente anche la sua carriera musicale, fino alla drammatica situazione del 2010: l’annuncio di un album, un brano presentato in anteprima mondiale a Sanremo, dove J.Lo viene accolta ancora come una grande star, poi il retrofront, al quale segue un altro brano dato come nuovo singolo ma poi ritirato anch’esso dalle radio a causa dello scarso interesse suscitato nel pubblico. Come se non bastasse J.Lo è diventata testimonial di una nota marca di lamette che l’ha costretta a girare uno spot in cui la diva si rade le gambe!
Infine all’alba del 2011, il ritorno definitivo e ufficiale: quello con una cover della Lambada in una sorta di remix house da villaggio turistico.

Sembrava impossibile cadere più in basso, eppure questo nuovo singolo On the Floor dimostra che non c’è proprio limite al pessimo gusto e alla totale mancanza di dignità di alcune star.

Non solo. Io direi che lo stesso discorso vada anche per i consumatori.
On the floor ha totalizzato quasi 18 milioni di visualizzazione su Youtube, battendo pure Lady Gaga, ed è balzato nella Top 5 Usa, cosa che a J.Lo non accadeva da una decina d’anni, dimostrazione che non è solo Jenny from the Block ad essere caduta in basso, ma l’intero pubblico che compra queste cose, il che è ancora ben più drammatico. Insomma dieci anni fa nemmeno Lady Gaga sarebbe entrata nella Top 10 americana. Ora invece 'ste due sono in vetta, evidente segnale che il rock è definitivamente morto per cedere il passo alla dance più banale.

Ad aiutare il successo ha contribuito però un altro elemento tristissimo: la sua partecipazione in veste di giudice a X-Factor (e noi dobbiamo sorbirci la Tatangelo!), al fianco di Steve Taylor, altra vecchia gloria decaduta.

La rinascita di J.Lo è stata tale che è riuscita perfino a distribuire un suo film del 2006!

E sì, pare proprio che tra un paio di settimane esca anche nelle sale italiane El Cantante, film girato a fianco del marito nel lontano 2005 e passato direttamente in Dvd in molti stati dopo il grande flop americano. Un’operazione commerciale quasi senza precedenti e francamente senza spiegazioni, visto che per lo più è un biopic su due cantanti sconosciuti al di fuori dell’America Latina del passato.

A 42 anni insomma Jennifer Lopez è ancora bellissima, non rovinata da botox come la maggior parte delle sue coetanee, ma purtroppo la bellezza non le basta più né al cinema né nella musica.
Consiglio personale da persogiàdisuo: J.Lo, lascia perdere!

giovedì 17 marzo 2011

Fratelli d’Italia


Non è un post dedicato al film con De Sica, Boldi e Calà, bensì uno dedicato a un evento che forse qualcuno avrà sentito in questi giorni su qualche tg: oggi si celebrano i 150 anni dell’Unità d'Italia, poiché 150 anni fa Vittorio Emanuele II di Savoia divenne Re del neonato Regno d’Italia.

Dunque perché non pensare ai film che meglio hanno descritto il nostro paese?

Quasi tutti i cinema d’essai d’Italia hanno dedicato questo mese a film a tematica nazionalista e come spesso accade, la Cineteca di Bologna batte tutti proponendo una rassegna addirittura annuale: a ogni mese corrisponde infatti un esatto periodo storico, dal Risorgimento a quello che ha definito “Il Caimano”, riferendosi al film di Moretti. Ma ne parlerò nei dettagli in un altro post.
Ora concentriamoci sui film che simboleggiano l'Italia.
Quali sono?
Io ho messo i primi che mi sono venuti in mente, con un gap pazzesco tra gli anni '70 e '2000. Quali si potrebbero aggiungere?


ROMA CITTA’ APERTA – L’Italia dopo la guerra: miseria e lotte fratricide


LA DOLCE VITA – L’Italia del boom: aumenta la ricchezza, si allenta la morale

NOVECENTO – un affresco tutto italiano
LA CLASSE OPERAIA VA IN PARADISO – non è ancora finita la lotta per i diritti

LA FEBBRE– l’Italia dell’italiano medio, della classe media e della città media, con una magnifica trasposizione del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo e Foà nei panni del Presidente della Repubblica..

IL DIVO – rappresenta la tipologia di politico che più spesso ha guidato il potere negli ultimi 40 anni.

lunedì 14 marzo 2011

Box office italiano: benissimo i film da Oscar, maluccio i film italiani

Diciamo che ho beccato 2 posizioni su 10, il che è davvero poco.
Box office complessivamente positivo, sia per il numero degli incassi, sia per i risultati ottenuti dalle pellicole di qualità.
Al primo posto arriva infatti Rango, con l'ottimo incasso di due milioni. Non sorprende il secondo posto di Il Rito, mentre la terza posizione di Una Vita facile, che supera così i due milioni di euro, decreta l'ennesimo successo italiano di stagione. Sono invece un clamoroso flop i 6 milioni racimolati dal terzo episodio di Manuale d'amore 3, visto il budget e la presenza del più grande attore internazionale vivente e dei più celebri attori italiani del momento. Il film di Veronesi è infatti superato, a gran sorpresa, da il Discorso del Re, che con grande sorpresa  mia e degli esercenti (che hanno tolto molte sale in cui era in programmazione) mantiene la posizione della settimana scorsa registrando una media altissima e affermandosi per diventare un successo anche nel nostro Paese.
Seguono i due film che hanno vinto gli Oscar per le interpretazioni: Il Cigno Nero, in calo e probabilmente meno affascinante per il pubblico italiano e The Fighter, in linea con le aspettative. Inutile aggiungere che hanno avuto molta più fortuna in patria.
Ottimo esordio per un'altra pellicola da Oscar, I Ragazzi stanno bene, che, come previsto, ottiene una media altissima e si posiziona, questa sì che invece è una sorpresa, al numero 8 nonostante le pochissime sale in cui è stata proiettata.
Molte più sale avevano infatti l'horror Piranha (al nono, come previsto), la commedia italiana Tutti al mare che chiude la Top 10 e Il Gioiellino, che nonostante i 130 cinema a disposizione, esce già dalla Top 10 e ottiene una pessima, ma purtroppo prevedibile, media per sala. A questo punto, proprio come l'altro miglior film italiano della stagione, Gianni e le donne, non arriverà nemmeno a 1 milione di incassi, il che è un vero peccato vista la qualità, l'attualità e gli ingenti investimenti.  C'è da sperare che sia il film di Molaioli che quello di Di Gregorio ottengano una distribuzione internazionale. 

domenica 13 marzo 2011

Film italiano del mese: il gioiellino

IL GIOIELLINO
DI ANDREA MOLAIOLI,
ITALIA, 2011

Leda è un’azienda italiana di latte e derivati che gode di un successo internazionale e assistiamo alla sua scalata al successo iniziata nel 1992. Dieci anni più tardi il proprietario, Rastelli (Remo Girone), manda la nipote (Sarah Felberbaum) nell’ufficio dello scorbutico direttore finanziario Botta (Toni Servillo). Per l’azienda è un momento di forte crisi…

Seconda prova da regista dopo l’interessante e fortunato La ragazza del lago per Andrea Molaioli, scoperto da Sorrentino, del quale tra l’altro usa gran parte del cast tecnico (compreso l’ottimo direttore di fotografia Luca Bigazzi, qui usato però al di sotto delle proprie potenzialità).

Dopo l’inaspettato successo del film di debutto, l’Indigo Films non ha badato a spese per la seconda prova di questa promessa del nuovo cinema italiano che non si può non descrivere ambiziosa. Promesse mantenute, perché il film è un solido esempio di film d’inchiesta e di denuncia superpartes che ha come bersagli l’arroganza e la superficialità umana, riassunti nella figura spregevolissima dell’Ing. Botta, che altri non sarebbe che Fausto Tonna, di cui viene fuori un ritratto davvero impietoso. Il patron dell’azienda, Rastelli, incarna un personaggio preciso (Tanzi) e un concetto, quello della superficialità, non meno grave della misantropia e dell’ arroganza del suo braccio destro. La sua debolezza e la leggerezza nell’accettare illegali e gravissimi giochetti trasforma il suo ottimismo in una noncuranza pericolosissima, la stessa di tanti magnati e politici attuali che sotto l’ostentato ottimismo e battutine e atteggiamenti apparentemente leggeri e banali nascondo situazioni ben più gravi.

Spesso però chi è al potere non si rende conto della gravità delle sue azioni, delle sue bugie.

La superficialità con cui i due uomini si imbarcano in quest’avventura criminale è disarmante, ma non inverosimile: non siamo in fondo tutti molto più superficiali oggi? Pur senza commettere crimini, non usiamo spesso troppa superficialità nelle scelte che facciamo, nei compromessi, nei tradimenti?

Il film si ricollega però anche a un altro tema importante: la disastrosa caduta delle borse (vedasi il buon e sottovalutato Wall Street: il Denaro non dorme mai ): in fondo uno dei mali peggiori del capitalismo è stata la proliferazione di titoli sovrastimati nei quali ignari azionisti investono le loro risorse.

Un film quindi di respiro internazionale, che potrebbe tranquillamente aspirare a una distribuzione mondiale perché per una volta ci troviamo davanti a un lavoro italiano privo di provincialismi e ammiccamenti all’italiano medio. Le vicende qui esposte non riguardano solo gli Italiani: il crac di Parmalat non è purtroppo diverso ad altri terribili disastri e crimini del capitalismo.

Sostenuto da un terzetto di validissimi attori (Toni Servillo in un ruolo davvero ingrato e quasi disumano, Girone nell’ambiguo patron ricco di umanità e la sorpresa Felberbaum, che incarna una gioventù rampante senza troppi scrupoli), il film vanta anche un’avvincente commento musicale di Teho Teardo.

La regia è precisa, senza slanci autoriali che farebbero balzare il film in una categoria superiore. Forse ne è colpevole una sceneggiatura che non sa bene come raccontare la storia e che in alcuni punti non si capisce bene che direzione voglia prendere. La parentesi sessuale (perché non si può definire sentimentale) sinceramente non aggiunge nulla al film, oltre che all’inevitabile bella attrice di turno, qui addirittura brava.

Così come non aggiungono nulla i costosissimi spostamenti a New York (cosa aggiunge la scena, oltre a mostrare l’ottimo inglese della bilingue Felberbaum?) o in Russia (le solite donne facili, i soliti uomini d’affari difficili da convincere).
Più necessaria e decisamente riuscita l’impressionante serie di immagini pubblicitarie create ad hoc per il film, con tanto di sito vero della finta Leda (http://www.latteteda.it/).

Il film italiano del mese, che come il precedente (Gianni e le donne), avrà vita difficile.
IN PROGRAMMAZIONE IN 130 SALE

VOTO: 7-

sabato 12 marzo 2011

Addio a Nilla Pizzi

Oggi il mondo dell’informazione ha annunciato la scomparsa della Regina della canzone italiana e il Corriere della sera addirittura parla di Regina della canzone e basta. Il che fa sorridere se consideriamo che Nilla Pizzi (sotto, con Modugno e Dorelli) è ricordata soprattutto per Papaveri e papere. Ma pensare alla signora Pizzi fa sorridere comunque. La sua era l’immagine di un’Italia che non c’è più, un’Italia che prima affrontò la guerra e poi le lotte fratricide tra fascisti e resistenti, ma che seppe essere ottimista nonostante tutto e pensare all’Unione.
L’Italia del boom economico, delle balere, delle sagre di paese, delle prime feste dell’Unità, della censura e di una grande voglia di libertà. L’Italia dei nostri nonni insomma. E Nilla Pizzi appare così lontana dai nostri tempi, con quella sua voce e quelle melodie così demodé e quel look da signora bene ingioiellata che non riesce però a nascondere una genuina aria da massaia padana.

E siccome questo è un blog soprattutto di cinema, come dimenticarsi di Nilla Pizzi l’attrice, anzi la diva del cinema italiano della fine degli anni ’50?

E scommetto che dopo aver letto la sua fantasmagorica biografia, anche voi sorriderete.

Simbolo del Festival di Sanremo, di cui fu prima vincitrice e di cui condusse l’edizione del 1981, Adionilla Negrini Pizzi nacque il 16 aprile 1919 a Sant’Agata Bolognese. Prima sarta, poi impiegata alla Ducati di Bologna, si sposa nel 1940 con uomo che ha il suo stesso cognome, Guidi Pizzi, che pochi giorni dopo partirà dopo la guerra per non far più ritorno.
Nilla promette di non sposarsi mai più e così farà.

Nel 1942 inizia ad esibirsi nelle radio della Eiar (poi Rai), dalla quale viene però bandita per la sua voce troppo sensuale ed esotica!!!

Vincitrice del primo Festival di Sanremo nel 1951 con Grazie dei Fior, nella stessa edizione si posizionò anche al secondo posto con un duetto. E siccome ai tempi un cantante poteva gareggiare con più canzoni, l’anno seguente Nilla occupò tutte e 3 le posizioni del podio!
Prima arrivò Vola colomba, scelta per celebrare il ritorno di Trieste all’Italia. Al secondo posto il classico Papaveri e papere, oggi filastrocca per bambini, ma ai tempi audace testo ricco di doppi sensi sessuali e politici (i papaveri e le papere vennero scelti anche nei manfesti del PCI). Il vinile vendette 75.000 copie e il testo venne tradotto in 40 lingue, ispirando pure il titolo di un film (Lo sai che i papaveri, 1952, con Franca Rame e Walter Chiari). L’anno seguente è protagonista di Ci troviamo in galleria , film d’esordio di un regista poi importante come Mauro Bolognini, in cui compare anche Alberto Sordi e una diciassettenne  Sophia Loren agli esordi.
Lo sapevate poi che a lei è dedicato il primo fan club della storia italiana, nato nel 1957 a Torino? Era un salotto in cui si riunivano gli ammiratori per parlare della loro beniamina e per scambiarsi le cartonille, cartoline con le immagini della diva.

Ed ora udite udite: dal ‘57 al ’60, in meno di 3 anni, la Nilla nazionale apparve in 16 film!

Regina incontrastata della musica italiana, diva amatissima e popolarissima, gli agenti sperarono anche di trasformarla in star cinematografica, ma al di là di molti musicarelli allora tanto in voga e alcuni melò strappalacrime Nilla non riuscì mai a imporsi nel cinema con lo stesso successo. Degli oltre 20 titoli in cui apparve si ricordano Solo per te Lucia, del 1952, con Franca Valeri e Antonella Lualdi, Canzone appassionata del ’54 in cui è una dark lady che diventa assassina per amore materno e soprattutto La Mandragola, (foto qui a fianco) diretto da Alberto Lattuada del 1965 , che segna  un suo fortunatissimo ritorno sullo schermo, nonché il suo più alto raggiungimento in campo cinematografico. Nella divertente e sexy trasposizione dell’opera macchiavellica, Nilla interpreta Sostrata, madre di una bellissima Rosanna Schiaffino (scomparsa nel 2009). Imperdibile e di culto la scena in cui la Pizzi e la Schiaffino cercano di convincere Totò, nei panni di un frate, ad un’azione ben poco religiosa.

Un’altra rivisitazione umoristica a cui partecipò  è quella dei Tre Moschettieri in cui interpreta Anna d’Austria. L’ultima sua partecipazione cinematografica è Meladrammore, film del 1978 di Maurizio Costanzo. E qui inizia la sua deriva televisiva: Costanzo, Limiti, Baudo, sono suoi amici che la invitano spesso ai loro programmi, facendole però acquisire un’immagine decisamente trash a cui contribuirà il suo agente, Lele Mora.

La cantante che si era esibita in tutto il mondo al fianco di personaggi come Ella Fitzgerald e Frank Sinatra è ben presto risucchiata dal trash televisivo. Nel 2001 incide una versione rap di Grazie coi fiori assieme a una boyband e nel 2003 pubblica il suo ultimo disco e non si può dire che chiuda in bellezza la sua carriera, visto che si tratta di un album che contiene duetti imperdibili con Valeria Marini, Platinette, Patrizia Rossetti e Maria Teresa Ruta. Praticamente una televendita cantata.

Del resto Nilla ha più di 80 anni e si fida oramai solo del suo agente Lele Mora.

Nel 2002 Carlo Azeglio Ciampi, le conferisce la nomina a Grande Ufficiale della Repubblica Italiana e nel 2009 Nilla festeggia i suoi 90 anni con una tourné in crociera. Ha aderito poi ad Amiche per l’Abruzzo e ha continuato ad esibirsi finché non sopraggiunge qualche problema di salute che le lascia purtroppo qualche segno, come si vede nella sua commovente partecipazione a Sanremo dell’anno scorso, dove Carmen Consoli cantò una bellissima versione di Grazie dei fior.

Mina, sua storica amica-rivale (celebre il loro duetto a Milleluci ’57) ha dichiarato: “Io ho imparato molto dalla sua voce, ed è giusto ammetterlo, finalmente”.

Per concludere, ecco la spiegazione del profondo significato di Papaveri e Papere fatta dalla stessa Nilla.

Che aggiungere? Vola colomba bianca, vola.

Uscite del weekend e previsioni

Tantissime uscite (troppe, come al solito) questo weekend nei nosti cinema, di cui 4 molto probabilmente faranno parte del box office della prossima settimana.

Questa dovrebbe essere la classifica degli incassi del weekend stando ai distributori italiani (fonte Movieplayer.it ). Resta al pubblico decretare la media per sala.

TITOLO                  SALE

1.Rango                   380


2.Manuale d'amore  375

3.Il Rito                    333

4.Una Vita facile      314

5.The Fighter            276

6.Il Cigno nero         269

7. Il Discorso..         225

8.Tutti al mare        180

9.Goiellino             130

10. I ragazzi            120



Io credo  che la gente non si azzufferà per vedere Rango, tra l’altro anticipato da una campagna promozionale minore del solito per film animati di questo tipo. Eppure il film c’è in tantissime sale, quindi le famiglie e i giovani non avranno scelta, funziona così, in fondo, no?
Lo stesso vale per Manuale d’amore 3, che però comincia a stancare seriamente e potrebbe vedersi superato perfino da un film innocuo come l'horror americano Il Rito o dall’altra commedia italiana Una vita facile, che in questo weekend si gioca tutto: se terrà, potrebbe candidarsi come altro caso italiano di questo sorprendente 2011, ma francamente ne dubito.

Più difficile prevedere la tenuta dei tre film da Oscar: nonostante The Fighter abbia una fortissima programmazione, io credo che possa essere tranquillamente superato da Il Cigno nero, che può godere ancora del buon passaparola e dell'alone da film culto che si sta creando attorno. Lo stesso non si può dire per Il Discorso del re, che ha già ampiamente beneficiato dell’Oscar la settimana scorsa e credo che ormai abbia esaurito il suo appeal sul pubblico italiano, considerando che è uscito da un paio di mesi. Potrebbe perfino essere superato da un film che mi rifiuterei di vedere già leggendo il titolo, Tutti al mare, ma che potrebbe attrarre il pubblico affezionato ai cinepanettoni. Ma dico io: che senso ha fare uscire un titolo del genere in inverno? E che dire della partecipazioni dei nostri migliori attori (Di Rienzo, Germano, Bonaiuto, Degli Esposti) in un film che sembra venuto dalla filmografia vanziniana?

Il gioiellino rischia seriamente di uscire dalla Top 10 e sarebbe un grande peccato, come vi spiegherò meglio domani.

Pochissima fiducia invece nell’anticipatissimo I ragazzi stanno bene che potrebbe essere superato perfino da Piranha 3D e non dico altro. Io però spero che possa superare anche Amore e altri rimedi ed entrare in Top 10.
Bisogna dedurre che il giornalista di cui ho parlato l’altro giorno abbia convinto gli esercenti. Io sono però fiducioso, anche perché il film può godere di molta più promozione di un Rango o di un Il Rito: il passaggio a Roma, gli Oscar e le interviste alla Bening e alla Moore su ogni rivista femminile stampata in Italia credo che gli faranno realizzare una delle miglior medie per sala. Troppo ottimista?

venerdì 11 marzo 2011

Anche Marilyn e altri nomi illustri (anche deceduti) vittima di Vendola e del complotto comunista

Stasera esce nelle sale italiane uno dei film più attesi della stagione, candidato a 4 Premi Oscar, tra cui quello per miglior film dell’anno.

Sto parlando di I ragazzi stanno bene, film che parla di amore e di famiglia, ma che in Italia, già alla sua presentazione al Festival di Roma, fece infuriare qualche giornalista...

Io non so perché in Italia esistano alcune testate e soprattutto alcuni giornalisti che mi fanno arrestare il cervello per qualche secondo per chiedermi in quale epoca e quale nazione mi trovi. Lo straniamento è seguito sempre dalla stessa risposta: Italia d’oggi. Eppure razionalmente è impossibile capirlo, perché tutti gli indizi ci fanno pensare a un’epoca remota e lontana, in cui vivono re, principessi, orchi e folletti. Sicuramente appartiene a questo razionalissimo mondo dove i draghi sputano fuoco e le streghe fanno magie il signore Camillo Langone di cui mi sento obbligato a fare il nome.

Dalle pagine di Libero, questo aspirante stregone (nel senso che dice formule incomprensibili) invita i lettori a disertare le sale in cui verrà proiettato I ragazzi stanno bene.

E perbacco! Un boicottaggio! Caspita! Deve essere proprio nobile la causa!

"Mentre voi credete di assistere a un innocuo spettacolo vi verranno somministrate forti dosi di propaganda; innanzitutto propaganda omosessualista, di quell'ideologia seconda la quale omosessuale è meglio”.

e ancora:

E dai e dai, grazie a film del genere, Nichi Vendola è diventato la speranza della sinistra. Si sbaglia chi pensa che il catto-abortista pugliese sia stato lanciato da Cossutta e Bertinotti: sono stati Pedro Almodovar e Ferzan Ozpetek. Sappiatelo: se vi siete messi in fila per Tutto Su Mia Madre o per Le Fate Ignoranti, indipendentemente dal vostro voto avete contribuito alla causa vendoliana”.


Che Vendola abbia così tanti sostenitori nascosti? Passi per Ozpetek che ha girato Mine vaganti nella vendoliana Puglia, ma Almodovar?

Ma allora hanno contribuito alla causa vendoliana anche Pasolini e Visconti?

Beh però se Langone cita Almodovar, allora bisogna tirare in causa altri registi gay friendly: Fassbinder e perfino Cukor e che dire di film come A Qualcuno piace caldo? Caspita, anche la povera Marilyn fu soggiogata dal perfido orco Vendola!

L’ho sempre sospettato che quei registi di Hollywood degli anni ’40 e ’50 in realtà non pensassero altro che a Vendola e che molta cinematografia considerata “alta” (Visconti e Pasolini) in realtà avesse l’unico scopo di dimostrare che gli omosessuali sono essere superiori che vogliono conquistare il genere umano e spazzare via ogni presunta tendenza eterossessuale!

Ma allora vuol dire che quando i rivoluzionari francesi hanno bocciato le brioches gentilmente proposte da Maria Antonietta hanno contribuito alla causa dei McDonald’s? Quando Nabokov scrisse quel famoso libro in realtà contribuì alla causa delle escort minorenni di Arcore e Palazzo Grazioli? Posso continuare?

Il giornalista, sempre molto professionale, rincara la dose scagliandosi contro una delle interpreti, Julianne Moore, che presentò il film a Roma lo stesso giorno in cui il nostro Presidente pronunciò l’oramai celebre statement “è meglio andare con le belle ragazze che essere gay”. Quando venne chiesto all’attrice cosa pensasse di questa dichiarazione, ella rispose: “Arcaic and idiot”.

Profondamente offeso, il nostro giornalista dunque dice nella sua recensione:

Di sicuro, non accetto lezioni di vita da un'attrice, la Moore, che ha avuto non so più quanti mariti: avessi il suo curriculum, più da mantide che da donna, eviterei di presentarmi al mondo con il ditino alzato”.

Gli rispondo io: l’attrice è al terzo matrimonio, ha dunque alle spalle due matrimoni, proprio come l’idolo-padrone del giornalista, ovvero il presidente. Ma anche se ne avesse avuti 380 di mariti, avrebbe comunque avuto il diritto di esprimere un'idea, che francamente, corrisponde al pensiero di qualsiasi persona sana di mente.

martedì 8 marzo 2011

News succulente: Woody e Madonna in Italia

Due news riguardo ai nuovi progetti di  Madonna e Woody Allen  (a lato insieme sul set di Ombre e nebbia, 1992).
Ieri Woody Allen ha annunciato a Repubblica che girerà il suo prossimo film a ROMA!
Ebbene sì, dopo Londra, Barcellona e Parigi ( a dire il vero anche Venezia era apparsa in Tutti dicono I love you), il vecchio e caro Woody farà un altro film nella sua cara e vecchia Europa dove qualcuno ancora va al cinema a vedere i suoi film. Speriamo che si faccia finalmente onore alla nostra meravigliosa capitale e al nostro Paese, non come hanno fatto tanti brutti film recentissimi (Mangia, prega, ama; The American, Letters to Juliet, il Rito, The Tourist) che hanno descritto gli italiani semplicemente come idioti.

Anche Madonna arriverà in Italia per presentare il suo secondo film da regista, W.E. Pare sempre più fondata infatti la voce che la vuole al Festival di Venezia, trapelata proprio ieri e confermata oggi da una delle attrici, Abbie Cornish (già protagonista di Bright Star), che ha svelato anche che la primogenita della star, Lourdes, interpreterà il ruolo del personaggio di Abbie da piccola.
Il film è il seguito ideale del film che ha commosso il mondo intero (tranne me) e ha fatto incetta di Oscar, ovvero Il Discorso del re , in quanto racconta la storia d'amore che portò Edoardo VII all'abdicazione, il tutto raccontato però da un'ottica moderna.

Black Swan batte il colossal

Dopo la tristezza per i dati del box office italiano di ieri, dagli States arriva una buona notizia per quanto riguarda gli incassi.
Queste sì che sono belle notizie.
A volte la qualità vince ancora,
a volte Davide vince ancora su Golia.

Black swan ha superato il terzo capitolo delle  Le cronache di Narnia.
Stiamo parlando di una battaglia interna alla 20th Century Fox.

Il fatto è che il primo è costato 13 milioni di dollari, il secondo 155, ovvero 11 volte di più.

Al box office statunitense sono a quota 105 il primo e 103 il secondo, e la corsa del film di Aronofsky non è ancora finita.

Il primo è uscito per la Fox Searchlight’s, ovvero la parte della Fox specializzata in film indipendenti, mentre l’altro è uscito per la 20th Century Fox vera e propria, specializzata in blockbuster.

Zero fiducia nel lavoro di Aronoksky, nonostante il Leone d’oro per The Wrestler, tanto che la Fox non ha nemmeno coperto le spese per l’assicurazione sanitaria e quando Natalie Portman si è incrinata delle costole, ha dovuto rinunciare alla roulotte..

Dall’altra parte il favolone fantasy ha avuto un marketing e un merchandising incredibile.
Per battere però un record e diventare il maggior successo commerciale della Fox Searchlight Black Swan dovrà superare la soglia lontanissima dei 143 milioni di Juno, altro film che adoro con un’altra protagonista memorabile, la fantastica Ellen Page.
E visto che oggi è la festa della donna, mi sembra proprio giusto ricordare queste due attrici che in Black Swan e Juno hanno secondo me regalato i più bei ritratti femminili visti al cinema negli ultimi cinque anni.
Una è l'immagine della forza della donna, che impara dai propri errori e diventa responsabile, l'altra dimostra quanto ancora la società possa condizionare e rovinare una ragazza e un essere umano in generale.

lunedì 7 marzo 2011

Box office: trionfa ancora la commedia italiana

Nonostante l'Oscar, un weekend decisamente poco esaltante nei cinema italiani, con un solo film in grado di incassare più di 1 milione di euro, il terzo capitolo di Manuale d'amore che in 2 settimane ha incassato la metà di quanto il precedente aveva incassato in una settimana, segno che nonostante il tam tam pubblicitario e la presenza di De Niro in Italia a Sanremo il pubblico questa volta sembra meno convinto dell'ennesima operazione commerciale. Lo stesso si potrebbe dire per Femmine contro maschi, che chiude la Top 10 con pochissime possibilità di poter uguagliare il suo "prequel" gemello.
Eppure la commedia italiana resta ancora trionfante, con una ottima e inaspettata new entry dritta al numero 2, Una vita facile, ritono di Stefano Accorsi. Sull'ultimo gradino del podio Il Cigno nero che perde una posizione ma mantiene una buona media, rendendo così più che sicura la meta dei 5 milioni di euro. Prevedibile la risalita de Il Discorso del Re al numero 4. Buona anche l'entrata di The Fighter al 5° posto. Deludente ma prevedibile e comprensibile invece la pessima performance di 127 hours, già alla posizione 15, mentre è del tutto inaspettato il tonfo de Il Grinta, autentico caso negli USA e da noi già fuori dalla TOP10 con nemmeno 3 milioni incassati.
 Il nuovo film di Moiali sul crack di Parmalat, Il gioiellino, ovviemente si deve accontentare di un misero 9° posto.
Per rimanere sempre in tema di produzioni italiane, sa sottolinerare che questa settimana escono definitivamente dalla Top20 Qualunquemente e Gianni e le donne, che hanno incassato, rispettivamente, 15 milioni e 760.000 euro. L'ultimo lo danno ancora in 15 sale, quindi se non l'avete visto, vi ripeto e raccomando di vederlo!

Negli USA Rango, doppiato da Johnny Depp debutta in prima posizione con un incasso inferiore ai 40 milioni di euro, seguito da I Guardiani della notte, il nuovo film con l'instancabile Matt Damon.
Da segnalare la presenza del ventenne Alex Pettyfer in ben due film della Top10, la new entry Beastly al 4° e Sono il numero 4 al 9°, mentre Natalie Portman con Black Swan è ancora al 15° posto e con Amanti e amici e..al 20°.

sabato 5 marzo 2011

127 ore: ottimo ritorno di Danny Boyle

                                     127 HOURS DI DANNY BOYLE
USA/GB, 2010
Vera storia di Aron Ralston (sotto, con James Franco), giovane esaltato con l’hobby di arrampicarsi sui massi del canyon. Un bel giorno però, una mano gli rimane bloccata sotto un macigno e per sopravvivere deve amputarsela da solo con un coltellino di pessima fattura.


Non succede nient’altro, ma Boyle è riuscito a farne un film inserendo flashback sul passato del protagonista, sogni, allucinazioni e deliri (vedasi il talk show improvvisato con domande e risposte).

Fotografia e montaggio strepitosi, un protagonista eccezionale e un’ottima sceneggiatura fanno di 127 hours uno dei migliori film di Boyle e sicuramente un ulteriore passo avanti per un regista che ama rischiare e al successo clamoroso del precedente e buonista e The Millionare, Premio Oscar nel 2009, risponde con un film opposto, per nulla adatto al grande pubblico che lo troverà noioso, angosciante e troppo splatter (del resto la scena dell'amputazione è centrale).

Adrenalinico e divertente all’inizio, si fa poi serio, angosciante, lento, mischiando commedia, dramma, action e perché no, giallo. In fondo, passati i primi magnifici 20 minuti, allo spettatore ronza in testa una sola domanda: riuscirà o no a sopravvivere?
Ma il merito maggiore di Boyle è quello di aver trasformato in un film d'azione, dinamico, la storia di un uomo immobilizzato per 127 ore...

Tra le sei nomination all’Oscar ne manca una, fondamentale, quella per l’eccezionale fotografia.

Dopo Black Swan, un altro film carico di una tensione a tratti insostenibile. Un grande film, ma si astengano quelli facilmente impressionabili...

VOTO: 8

In programmazione in 125 sale (già che c'erano potevano fare 127)..
Incasso USA: 17 milioni $
Incasso italiano: 330.000 euro




 Sopra, James Franco. A lato la copertina dell'autobiografia di Ralston da cui è stato tratto il film.