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lunedì 20 ottobre 2014

Divergent: che una nuova saga abbia inizio..



DIVERGENT
di Neil Burger
USA, 2014
con Shailene Woodley, Theo James, Kate Winslet, Ansel Elgort, Ashley Judd.

TRAMA
tutto va nel migliore dei modi possibili in questo mondo governato dai Candidi che decidono il destino di ognuno: peccato che Beatrice, scoccata l’età per assegnarle il proprio ruolo, si scopre divergente, ovvero non incanalabile in nessuna delle categorie prestabilite dalla legge.

COMMENTO
Futuro distopico, ragazzina scontrosa che suo malgrado cambierà il pianeta, un governo che decide il destino di un popolo in cui non sono ammesse sfumature: insomma nulla di nuovo all’orizzonte.

Tratto dalla prima teen novel della giovanissima Veronica Roth (classe 1988) siamo di fronte a una nuova trilogia letteraria pronta ad approdare al cinema con successo.

Il regista di The Illusionist e Limitless Neil Burger costruisce un action coinvolgente capace di reggere i 139 minuti di durata. Le atmosfere sono avvincenti benché non particolarmente originali, gli effetti speciali buoni, la recitazione dignitosa anche se la protagonista Shailene Woodley non è Jennifer Lawrence (anche se a dirla tutta è la Lawrence ad essere troppo brava per un film come Hunger Games). Dispiace vedere coinvolta in un simile blockbuster Kate Winslet, che dopo anni di assenza avremmo preferito vedere altrove. Il finale è aperto ovviamente: il fiato rimane sospeso, ma lo spettacolo è assicurato.

VOTO: 6,5

sabato 18 ottobre 2014

Ben arrivata nuova teen saga

MAZE RUNNER - IL LABIRINTO
Di Wes Ball,
USA, 2014
con Dylan O’Brien, Kaya Scodelario, Will Poulter, Patricia Clarkson, Thomas Brodie-Sangster
Se ti piace guarda anche: Il signore delle mosche, Hunger Games, Divergent, The giver-Il mondo di Jonas, The Village
 

TRAMA

Thomas, senza ancora ricordarsi il suo nome, si ritrova balzato nella radura, uno spazio verde circondato da mura altissime dietro alle quali si nasconde un labirinto invalicabile: è da tre anni che altri ragazzi, tutti più o meno suoi coetanei, hanno provato invano ad attraversarlo. Privati di una loro identità e di uno scopo che vada oltre alla quotidiana sussistenza, i ragazzi sembrano condannati a ripetere giorno dopo giorno la stessa vita e a ripetere gli stessi riti, vivendo in uno stato di costante paura e ignoranza.
COMMENTO

L’esordiente regista Wes Ball, già addetto agli effetti speciali, si è ritrovato davanti a una bella sfida e l’ha vinta: Maze Runner è uno dei migliori film dell’ormai infinita serie di adattamenti di saghe Young Adult che mescolano fantasy e fantascienza distopica: pur non raggiungendo i livelli di Hunger Games, supera i risultati di Divergent e The Giver, grazie a un mix di ingredienti di sicuro successo.
The Maze runner, infatti, adattando il romanzo di James Dashner (il primo di una serie di 5 romanzi, siete avvertiti) fa avanzare i propri personaggi per livelli, usando audacemente uno stile che ricorda molto quello dei videogiochi, mentre l’impostazione generale rimanda fortemente a quella di una lunghissima puntata pilota di una serie tv. All’idea della serialità è infatti fortemente questo nuovo franchise che ritroveremo al cinema (per almeno i prossimi 5 anni), mentre le atmosfere guardano molto al passato: viene in mente subito appunto una serie tv, Lost, ma anche Il signore delle mosche e perfino The Village.
A renderlo diverso dagli altri film del genere è anche la singolare presenza di un cast esclusivamente maschile (proprio come ne Il signor delle mosche), se si tolgono le ultime scene con la brava Kaya Scodelario lanciata da Skins e Patricia Clarkson (purtroppo da troppo tempo assente dal cinema che conta): ciò permette l’assenza di una deriva sentimentale che ha caratterizzato tutte le opere del genere finora, intaccando notevolmente il ritmo. Qui non c'è spazio per scene sdolcinate e cadute di ritmo: l'adrenalina è garantita.
Ben arrivata, dunque, nuova saga.

VOTO: 7

giovedì 16 ottobre 2014

The Giver: un'altra saga teen fantasy



THE GIVER - 
IL MONDO DI JONAS
di Philipp Noyce
USA, 2014
con  Brenton Thwaits, Jeff Bridges, Meryl Streep, Katie Holmes, Alexander Skarsgaard
Genere: Fantasy
Se ti piace guarda anche: Hunger Games, Hunger Games: la ragazza di fuoco, Upside Down, Divergent, Maze Runner - Il labirinto





TRAMA
In un futuro in cui l’uomo ha scelto l’uniformità e affidato tutto a un consiglio di pochi che sceglie il destino (dalla famiglia di affidamento al lavoro) di tutta la popolazione il giovane Jonas è incaricato di raccogliere i segreti della storia dell’umanità…
COMMENTO
Per una volta sembra non essere in futuro distopico alla Hunger Games (visto anche in Divergent): tutto fila liscio, nessuno si pone problemi perché nessuno sa che dalle loro vite è stato tolto (letteralmente) ogni colore. Il film inizia dunque in bianco e nero, per colorarsi man mano che a Jonas si aprono gli occhi (un po’ come accadeva in Pleasentville) e scopre quali meraviglie e quali orrori è in grado di compiere l’uomo. In realtà anche questo film si inserisce benissimo nel filone di film distopici dedicati a un pubblico adolescenziale e tratti da trilogie inaugurati da Hunger Games, eppure c’è da segnalare che la fonte letteraria in questione, una tetralogia in questo caso, risale a una ventina di anni fa: usciva infatti nel 1993 il primo dei libri scritto da Lois Lowry. Progetto caldeggiato da Jeff Bridges da una quindicina d’anni, è solo grazie al recente successo di Hunger Games che Hollywood ha pensato di portare in sala quest’ennesimo elogio delle diversità, della tolleranza e dell’amore fraterno. Nulla di nuovo, eppure sempre così necessario se guardiamo cosa sta succedendo nel mondo intorno a noi. Il regista Philipp Noyce, che dall’esordio nel lontano 1989 con Ore 10 calma piatta non aveva diretto nessun film particolarmente degno di nota, riesce a costruire un film adatto a tutti che ha anche il merito di sapere emozionare (con qualche leziosità). L’esiguo esito al botteghino per il momento non ne garantisce il sequel: staremo a vedere.
VOTO: 6,5

sabato 4 ottobre 2014

Recensione di Posh

POSH
(The Riot Club)
di Lone Scherfig
UK, 2014
con Max Irons, Sam Claflin, Douglas Booth, Holliday Grangier, Ben Schnetzer

Se ti piace guarda anche: I nostri ragazzi, Il capitale umano, An education, Bling Ring, Carnage, Cena tra amici.

TRAMA
Nell'esclusivissima Università di Oxford c'è una confraternita di tradizione secolare che ogni anno inaugura l'ingresso di nuovi adepti con una cena senza freni.
COMMENTO
Il mondo si sta accorgendo che qualcosa non va nella gioventù viziata che per sfuggire alla noia o per un condiviso senso di impunità commette crimini più o meno gravi, cavandosela sempre e comunque. Una situazione che non poteva sfuggire a Sofia Coppola, da sempre fortemente attratta dallo spleen adolescenziale, che l'anno scorso ha diretto Bling Ring
Quest'anno ci prova un'altra regista donna, la danese Lone Scherfig, che ha il merito di aver scoperto il talento di Carey Mulligan in An education.
Tornando invece a parlare del film della Coppola, non si può notare che anche lì, come in questo Posh, i principali responsabili del crimine rimangano impuniti e destinati a un brillante futuro accademico e politico.
In Posh vi è anche uno sguardo quanto meno sospettoso sulla ragione d'esistere delle confraternite, ma il fulcro del film è la degenerazione morale di gente che dalla vita ha avuto tutto: ricchezza, bellezza e spesso intelligenza e per questo si ritiene di essere superiore a chiunque e soprattutto, è convinta che si possa sistemare tutto con i soldi, perché tutti in fondo sono corruttibili. In realtà, ad essere corrotta è la loro anima. 
La regista porta in scena una pièce teatrale ambienta interamente in un risto-pub e vi aggiunge un lungo, a tratti piacevole, a tratti confuso, prologo. Come in An Education, l'ambiente è quello snob (posh, appunto) dei ricchi e viziati universitari inglesi, ancora messo sotto un'impietosa lente di ingrandimento.
Questa volta però il ritratto si fa più cinico e crudele. Tema interessante, spiacevole e indigesto eppure di grande attualità e per questo da analizzare, ma il film finisce per essere confuso, eccessivamente lungo (o così sembra, perché in realtà dura 100 minuti) e affidato a un team di nuove promesse british non particolarmente brillanti sul versante drammatico. Peccato.
Da guardare insieme a due titoli italiani che indagano un tema molto simile: I nostri ragazzi, uscito poche settimane prima, e Il capitale umano, l'osannato film di Virzì. In entrambi grande importanza rivestiva il punto di vista e il peso della famiglia. In Posh ci sono solo loro, i giovanni ragazzini carini fuori e crudeli e vuoti dentro. 
VOTO: 5

mercoledì 1 ottobre 2014

I nostri ragazzi

I NOSTRI RAGAZZI
di Ivano de Matteo,
Italia, 2014
con Luigi Lo Cascio, Giovanna Mezzogiorno, Alessandro Gassman, Barbora Bobulova, Jacopo Olmo Antinori, Rosabel Laurenti Sellers.


Se ti piace guarda anche: Il capitale umano, L'avversario.
TRAMA
Due fratelli che non potrebbero essere più diversi a parte l'appartenenza a un ceto alto borghese si incontrano regolarmente nello stesso ristorante con le loro rispettive mogli, che non si sopportano. Vanno invece molto d'accordo i figli, tanto da uscire spesso insieme. Proprio durante una delle loro uscite serali, i due commetteranno un crimine.

COMMENTO
Il film dipinge in modo lucido e distaccato un episodio che sembra essere uscito direttamente da un servizio di cronaca. Il regista entra nelle vite dei personaggi ma si mantiene distante, senza compiacimenti e senza fornire possibili giustificazioni. 
Solo la lucida, terribile eppure verissima realtà: ragazzini che ammazzano per noia e che sanno che comunque se la caveranno. Questa è la società attuale, figlia di una generazione senza alcuna morale: non importano gli ideali e le indoli di ciascuno quando si è coinvolti in prima persona. E mi fermo qua perché la trama è già quasi del tutto svelata, pur non rappresentando essa il motivo di maggior interesse di una pellicola interessante per il suo tentativo di registrare una situazione di agghiacciante attualità: i ricchi (che sono sempre i cattivi) vincono sempre.
Gli attori assecondano bene il regista, il film riesce a creare una certa sensazione di sdegno, ma non è abbastanza: lo stile analitico e distaccato, lodevole da una parte, rende la visione poco emozionante.
VOTO: 6,5