Visualizzazioni totali

martedì 24 marzo 2015

Foxcatcher

FOXCATCHER

di Bennett Miller,
USA, 2014
con Channing Tatum, Steve Carell, Mark Ruffalo, Sienna Miller
Genere: Sportivo/dramma
Se ti piace guarda anche: Moneyball, The Wrestler


Mark e David Schulz sono due lottatori vincitori dell’oro alle Olimpiadi

Un ricco magnate che non sa come impiegare tempo e denaro, decide di ingaggiarli per portarli alle Olimpiadi successive a patto che si trasferiscano nella sua enorme tenuta.

I toni lividi, glaciali e sospesi che fanno capolino già nelle prime scene donano un’aurea grigia e funerea che avvolge l’intero film e ne anticipa il tragico epilogo, fatto di cronaca nera mai veramente decifrato.

E nemmeno gli autori si prefiggono di farlo : il film si limita a mostrare quello che successe ai due campioni, senza scegliere punti di vista particolari, anche se lo spettatore è portato a immedesimarsi con il protagonista, uno schivo atleta con qualche problema relazionale. Risultata difficile comunque empatizzare coi personaggi o farsi coinvolgere da quanto messa in scena. Si salvano solo le atmosfere cupe e appare di conseguenza del tutto inspiegabile il Ppremio alla regia all’ultimo festival di Cannes e completamente incomprensibili le cinque nomination agli Oscar, non solo perchè immeritate, ma perchè effettivamente Steve Carell, nominato miglior attore protagonista, non è nemmeno protagonista. Lo è invece Channing Tatum, il più in parte dei tre personaggi e quindi snobbato. La sua monoespressività e il fisico massiccio lo rendono perfetto per il ruolo. Mark Ruffalo anche lui è imprigionato in un ruolo senza sfumature, eppure siè visto candidato all’Oscar. L’abbiamo visto pochi mesi fa in performance ben migliori, basta pensare a The Normal Heart o Tutto può cambiare.

VOTO: 6

mercoledì 18 marzo 2015

Maraviglioso Boccaccio

MARAVIGLIOSO BOCCACCIO

di Paolo e Vittorio Taviani,

Italia, 2015

Genere : commedia

Con Vittoria Puccini, Riccardo Scamarcio, Flavio Parenti, Kim Rossi Stuart, Lello Arena, Kasia Smutniak, Michele Riondino, Carolina Crescentina, Paola Cortellesi e Jasmine Trinca


Se ti piace guarda anche : Astrée et Celadon, Il decameron

 

Occorre subito precisare che a parte il titolo, non vi è nulla di meraviglioso nel Boccaccio dei Fratelli Taviani.

Siamo di fronte a un gruppo di giovani che decide di scappare da una Firenze impestata e per passare il tempo si raccontano delle storie. Poi, di punto in bianco, decidono di tornare in città : la peste sarà sparita, no ?

Le novelle boccaccesche portate nel film non lasciano il segno : nella maggior parte dei casi vorrebbero essere drammatiche e romantiche, in altri sarcastiche (quella del pittore Calandrino) e perfino coraggiose nel denunciare l’ipocrisia clericale (l’episodio in convento almeno strappa qualche sorriso). La realtà è che non sono nessuna di queste cose.

L’unico obiettivo centrato dagli ottuagenari fratelli, che solo l’anno scorso avevano vinto il Festival di Berlino, è di averci trasportato nel Trecento : buona la ricostruzione storica. Ma i pregi finiscono qua. Anzi, no: riconosciamo anche ai Taviani di aver tolto dal Decameron quell’aspetto carnale che da Pasolini in poi ha dato via a un genere proprio, il boccaccesco appunto. Ma è poi un pregio ? Probabilmente no, ma esprime un punto di vista e una direzione precisa.

Concludiamo con gli attori : se nel precedente Cesare deve morire avevano portato in scena dei tenuti qui affidano i ruoli a una moltitudine di volti noti del piccolo schermo e a qualche attore cinematografico : nessuno fa una buona figura.


VOTO : 5,5

martedì 10 marzo 2015

Un piccione seduto su un ramo.....

UN PICCIONE SEDUTO SU UN RAMO RIFLETTE SULLA SUA ESISTENZA

(En Duva Satt På En Gren Och Funderade På Tillvaron)

di Roy Andersson

Svezia, 2014

Genere:?

Se ti piace guarda anche: Il fantasma della libertà

  
Tanti piccoli frammenti di vita, un affresco che non si può nemmeno definire corale poiché la maggior parte delle storie sono slegate tra loro e pochi personaggi ritornano più volte. Non è nemmeno un affresco sociale della Svezia attuale, perchè vi sono anche flashback.

Un piccione seduto su un ramo riflette sulla sua esistenza è un’esperienza artistica che ci porta a riflettere sulla nostra esistenza e a concentrarsi sul potere dell’immagine e delle parole. Queste ultime sono spesso vuote e ripetitive nel film, come lo è ormai il dialogare umano quotidiano.

La forza delle immagini è però dirompente grazie all’eccellente fotografia di István Borbás: le 39 scene che formano il film sono piani sequenza girati con la macchina fissa che immergono lo spettatore in 39 fotografie «animate» legate da una certa uniformità cromatica (colori asettici, con preponderanza di grigio e verde chiaro). Immagini di grande impatto per scene che rimangono impresse come quella disturbante degli schiavi neri arsi davanti agli occhi dei vecchietti che applaudono.

Ma c’è spazio anche per scene divertenti (il ballerino molestato) e perfino per il musical. Ma oltre alla commistione di generi e toni e alla bella fotografia, il film è da ammirare per aver riportato al cinema atmosfere care al teatro dell’assurdo e al surrealismo (la formidabile scena del re settecentesco Carlo XII che entra a cavallo in un bar odierno si troverebbe a proprio agio in un film di Buñuel). Non tutte le scene sono riuscite, alcune non sono forse necessarie, ma complessivamente il film si rivela una visione affascinante, capace di evocare tante suggestioni.
VOTO : 8